Accademia della Civiltà
24/ott/2016

L’università non può più essere autoreferenziale, ma diventare un luogo reale e virtuale capace di mettere insieme le esperienze delle diverse culture del mondo: è questo lo spirito con cui è stato firmato l’accordo di cooperazione su Linguaggi a confronto per una nuova comunicazione: verso l’Accademia della Civiltà. Le istituzioni coinvolte sono: l’Università Telematica Internazionale UNINETTUNO, la Pontificia Università Antonianum, ICDE (International Council for Open and Distance Education) ed EADTU (European Association of Distance Teaching Universities).

La firma del memorandum di intesa è avvenuta durante la Conferenza Internazionale EADTU 2016, organizzata insieme all’Università Uninettuno in occasione dei suoi 10 anni e svoltasi a Roma, all’Auditorium Antonianum, anche in presenza di molti rettori delle università del mondo arabo, tra cui Mansoor Al Awar, della Hamdan Bin Mohammed Smart University di Dubai.

A dare il via ai lavori è stato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini: «Il ruolo delle università» - ha affermato - «non è quello di semplice creazione e trasmissione di conoscenza. L’università ha quella che io chiamo una “terza missione”, ovvero essere aperta alle richieste e ai bisogni della società. L’istruzione a distanza» - ha aggiunto - «è una delle principali opportunità a nostra disposizione e dovrebbe essere il nuovo e stimolante quadro di riferimento per la condivisione della conoscenza e delle esperienze, affinché l’istruzione non abbia più confini».

Da qui nasce l’idea di creare l’Accademia della civiltà che, come spiega il rettore Uninettuno Maria Amata Garito: «È uno strumento che ci aiuterà a fare ricerca sui linguaggi dell’arte per costruire un modello di interazione e di amicizia con mondi di culture diverse. Da sempre» - continua - «i linguaggi dell’arte sono stati utilizzati dagli uomini per aprire i loro animi ed esprimere i propri sentimenti. Per questo motivo, ritengo che l’accordo sia fondamentale per far sì che le università siano in grado di offrire alle giovani generazioni gli strumenti culturali per conoscere, interpretare e agire consapevolmente in un mondo sempre più interdipendente, dove le scelte di ciascuno hanno ripercussioni a livello planetario e dove è importante rafforzare la responsabilità sociale e il rispetto delle differenze culturali, religiose e politiche, aiutando a comprendersi e a superare contrasti e difficoltà, per costruire insieme un futuro di pace».

Uno dei promotori e firmatari dell’intesa è la Pontificia Università Antonianum: «L’accordo con Uninettuno e con le altre università a distanza» - ha affermato il rettore Mary Melone - «ci consente di utilizzare delle piattaforme informatiche che sono per noi una proposta di formazione che davvero non ha confini. È importante, per la natura di un’università pontificia, aprire lo sguardo e mettersi in dialogo con il mondo e quindi con la sensibilità, con le attese, con le potenzialità che il mondo della cultura, in questo caso della cultura di alto livello come quella universitaria, può presentare a livello globale».

A chiusura, il ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori e Gran Cancelliere dell’Università Antonianum, fr. Michael Perry ha insistito sul concetto di “ecologia culturale”, usato anche da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si’, perché, ha spiegato: «Occorre mantenere un giusto equilibrio tra le “forze universalizzanti” e ciò che gli antropologi definiscono “sapere locale”». Dunque, non basta assicurarsi che il “Sapere non sia solo nelle mani di privilegiati, ma sia esteso a contesti sempre più ampi”, bisogna anche aver rispetto delle culture locali.

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