Saggi sul profetismo biblico e sulla storia deuteronomistica
Le Edizioni Antonianum hanno dato alle stampe il volume di Marco Nobile, Saggi sul profetismo biblico e sulla storia deuteronomistica.
«Il filo conduttore della raccolta è il profetismo biblico nella sua qualità di operazione letteraria originale, in particolare di quella che gli studiosi chiamano l’attività redazionale del deuteronomismo. Il movimento o scuola scribale che ha creato una gran parte della letteratura biblica, sia quella storica che quella propriamente profetica, è la testimonianza della razionalità del genio ebraico che medita sulla sua storia: una solida fede dall’anima etica rivestita dell’armatura della ragione».
Marco Nobile ha conseguito il dottorato in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma nel 1982 con una dissertazione sul libro di Ezechiele. Professore emerito nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum, della quale è stato Rettore Magnifico dal 1999 al 2005; ha insegnato per venti anni come professore invitato anche alla Pontificia Università Urbaniana. Oltre a vari articoli, contributi a miscellanee e lessici e recensioni, ha pubblicato Premesse anticotestamentarie e giudaiche di cristologia, Antonianum, Roma, 1993; Ecclesiologia biblica, EDB, Bologna, 1996; Introduzione all’Antico Testamento, EDB, Bologna, 1995 e 2011; Teologia dell’Antico Testamento, LDC, Leumann-Torino, 1998 e 2020; Saggi su Ezechiele, Antonianum, Roma, 2009; 1-2 Re. Nuova versione, introduzione e commento, Paoline, Milano, 2010.
Marco Nobile, Saggi sul profetismo biblico e sulla storia deuteronomistica, Edizioni Antonianum, Roma, 2023, 35,00 €.
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Intorno al futuro: volontà e contingenza secondo Duns Scoto
È in libreria il volume Intorno al futuro: volontà e contingenza secondo Duns Scoto, a cura di Ernesto Dezza, Andrea Nannini e Davide Riserbato, pubblicato da Edizioni Antonianum nella collana Bibliotheca - Manualia.
«Il presente volume si inserisce nel contesto della riflessione filosofica recente intorno al dibattito medievale sui futuri contingenti. Esso presenta la prima traduzione italiana di Lectura, I, d. 39, testo di Duns Scoto assunto dalla storiografia come “una pietra angolare” della filosofia di tutti i tempi. La traduzione, corredata di un commento (Ernesto Dezza) e due saggi di approfondimento (Andrea Nannini, Davide Riserbato), colma una lacuna, vistosa per quanto riguarda lo studio di Scoto in Italia, rendendo fruibile un testo che, pur nella sua essenzialità, ridefinisce il modo di intendere la modalità del possibile/contingente, aprendo la via alla considerazione logica della possibilità e alla sincronicità della contingenza».
Professore straordinario di storia della filosofia medievale presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum di Roma e docente a contratto di teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Ernesto Dezza è autore di numerosi articoli e saggi riguardanti autori della Scolastica francescana. Per le Edizioni Antonianum ha pubblicato La dottrina della creazione in Giovanni Duns Scoto (Medioevo 27) e La teoria modale di Giovanni Duns Scoto (Studia antoniana 56).
Andrea Nannini ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in filosofia dell’età tardo-antica, medievale e umanistica presso l’Università degli Studi di Salerno), e un assegno di ricerca presso l’Università di Varsavia, dove ha lavorato alle Quaestiones theologiae di Stefano Langton. È autore di pubblicazioni dedicate a diverse figure del pensiero filosofico del XIV secolo, da Duns Scoto a Francesco d’Appignano, Anfredo Gonteri e Pierre Ceffons di Clairvaux. Ha curato l’edizione critica di alcune distinctiones della Lectura super primum Sententiarum del francescano Giovanni da Ripa.
Docente a contratto di teologia presso l’Università Catttolica del Sacro Cuore di Milano, professore invitato presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum, presso la Cattedra Marco Arosio di Alti Studi Medievali dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e presso la Facoltà di Teologia di Lugano, Davide Riserbato è autore di numerose ricerche e pubblicazioni su teologi e filosofi dei secoli XII-XIV, in particolare di area francescana. Nel 2009 è stato insignito del prestigioso Prix Balmas - Vallée d’Aoste per il volume Anselmo d’Aosta: nel ricordo dei discepoli. Parabole, detti, miracoli (Milano 2009), insieme a Inos Biffi e altri. Dal 2019 è socio corrispondente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale.
Intorno al futuro: volontà e contingenza secondo Duns Scoto, a cura di Ernesto Dezza, Andrea Nannini e Davide Riserbato, Edizioni Antonianum, Roma, 2023, 31,00 €.
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Romanzo di Evast e Blaquerna
È in libreria il volume Romanzo di Evast e Blaquerna, di Raimondo Lullo, introduzione, traduzione dal catalano e note di Simone Sari, pubblicato da Edizioni Antonianum nella collana Medioevo.
«Il Romanzo di Evast e Blaquerna di Raimondo Lullo (1232-1316) è stato scritto a Montpellier nel 1283 circa. Con esso l’autore ha voluto dare un ritratto completo dell’umanità, dal piccolo nucleo famigliare in cui nasce il protagonista Blaquerna al mondo intero sotto la guida del papato. Questa raffigurazione lo rende un romanzo totale ma non necessariamente utopico, visto che la chiave che permette di risolvere le molteplici avventure che lo caratterizzano è l’applicazione dei rigorosi metodi dell’Arte lulliana. La lettura del romanzo permette di acquisire tutti gli elementi necessari alla comprensione del Libro dell’amico e dell’amato, gioiello mistico creato dallo stesso protagonista, incastonato come capitolo 100 del romanzo e parte integrante di esso. Questa prima traduzione integrale in italiano permette perciò di accedere ad una delle opere fondamentali della letteratura europea medievale, scritta da un laico illuminato che voleva riformare l’umanità per condurla alla giusta intenzione».
Simone Sari (Oderzo, 1978), dottore di ricerca in Filologia romanza presso la Scuola di Dottorato Europea in Filologia romanza (Università di Siena), è ora ricercatore presso il Centre de documentació Ramon Llull dell’Università di Barcellona. Si occupa principalmente delle opere in versi di Ramon Llull e del loro legame con le tradizioni poetiche occidentali e orientali, e della presenza di giullari musulmani ed ebrei alla corte catalano-aragonese. Ha pubblicato diverse edizioni critiche delle opere di Raimondo Lullo: Desconhort de la Verge e Hores de nostra Dona (2012); Regles introductòries a la pràctica de l’Art demostrativa (2021); sta allestendo quella dei Cent noms de Déu; ne ha tradotto in italiano il Libro di santa Maria (2017) e un’antologia poetica mariana (2012). Ha inoltre tradotto in italiano la Vita Christi di Isabel de Villena (2013).
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Una versione toscana della “Doctrina pueril” di Raimondo Lullo
È in libreria il volume Una versione toscana della Doctrina pueril di Raimondo Lullo, pubblicato, a cura di Maria Cristiana Maraviglia, da Edizioni Antonianum nella collana Medioevo, con le schede filologica e linguistica di Luciano Formisano.
«Il Libro della Doctrina puerile è una versione in volgare toscano della Doctrina pueril di Raimondo Lullo. Scritta in catalano tra il 1274 e il 1276, la Doctrina pueril è un trattato pedagogico in cui i fondamenti della fede e del sapere del tempo convivono in un unico sguardo d’insieme. Ebbe un’ampia diffusione, come testimoniano le traduzioni in occitano, latino e francese promosse dall’autore stesso e dai suoi collaboratori. Da una versione occitana deriva la redazione, datata 1379, che viene qui pubblicata per la prima volta sulla scorta dell’unico esemplare a noi pervenuto nel codice Riccardiano 1367. Il manoscritto è una copia del 1418 sopravvissuta alla condanna di eresia inferta ad alcune proposizioni della Doctrina pueril dall’inquisitore Eimeric nel suo Directorium inquisitorum del 1376.
La lingua del traduttore è all’altezza dei grandi volgarizzatori toscani del Trecento, mentre la copia che leggiamo ci rimanda ai centri di scrittura fiorentini dell’inizio del 1400».
Laureata in filosofia presso l’Università degli Studi di Firenze, Maria Cristiana Maraviglia si è interessata al processo che ha portato alla formazione del compendio elementare della dottrina cristiana. Primo campo d’indagine sono stati i documenti del magistero ecclesiastico e il censimento dei manoscritti in volgare a uso catechetico delle biblioteche fiorentine dal 1250 al 1500. È affiliata al Centro Italiano di Lullismo.
Luciano Formisano è professore emerito di Alma Mater Studiorum Università di Bologna e socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei; oltre ad aver curato, tra le altre cose, la prima edizione critica e commentata delle lettere di viaggio di Amerigo Vespucci, ha scoperto e pubblicato la più antica traduzione del Corano in una lingua europea moderna.
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Via spirituale
È in libreria il volume Via spirituale di Mariano da Firenze, pubblicato da Edizioni Antonianum nella collana Medioevo; l’opera viene così data alle stampe per la prima volta in edizione critica a cinque secoli dalla composizione, a cura di Daniele Solvi e con la prefazione di Carlo Delcorno.
«Molti sono i motivi per riscoprire oggi, a cinque secoli dalla sua composizione, la Via spirituale di Mariano da Firenze. Anzitutto la personalità sfaccettata del suo prolifico autore, anello di congiunzione tra i cronisti e agiografi medievali e l’erudizione moderna, di cui qui possiamo comprendere le tecniche di lavoro quasi spiando il suo scrittoio.
Poi un testo ricchissimo di storie, che congiunge un’ampia tradizione memoriale con informazioni inedite, di prima e di seconda mano, sui tempi più recenti e che, con un interessante esperimento letterario, incanala i contenuti agiografici nel reticolo della trattatistica spirituale. Infine la sua copista, la volterrana suor Dorotea Broccardi, esempio di quella scrittura femminile claustrale di cui abbiamo imparato a riconoscere la ricchezza.
Lasciata inedita e forse incompiuta per la prematura morte dell’autore, l’opera viene ora pubblicata per la prima volta, in edizione critica, a cura del Laboratorio di agiografia tenutosi presso la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, con un’introduzione, che ne illustra gli aspetti letterari e la genesi compositiva e con la prefazione di Carlo Delcorno».
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Velle malum sub ratione mali
È in libreria il volume Velle malum sub ratione mali: sinderesi e coscienza nel pensiero etico di Giovanni Duns Scoto, di Giammarco Fiore, pubblicato da Edizioni Antonianum nella collana Medioevo.
«Nel variegato panorama dei contributi dedicati al pensiero filosofico di Giovanni Duns Scoto, si ritiene mancasse una ricostruzione sistematica di quella dinamica che coinvolge la libertà umana, presupponendola, e che origina – mediante l’agire della sinderesi e della coscienza – il comportamento etico del viator.
L’architettura del presente volume, pertanto, si fonda sul binomio sinderesi-coscienza, sviluppato secondo tre fondamentali dimensioni caratterizzanti la riflessione antropologica: l’essere, l’agire ed il conoscere. L’intreccio di tali dimensioni è colto a partire da chiavi ermeneutiche offerte dalla riflessione antropologica scotiana, tra cui: il primato della volontà sull’intelletto e, di conseguenza, il primato della prassi sulla conoscenza; l’indiscussa libertà quale anima della volontà; la singolarità del soggetto in virtù della quale il viator è relegato in una solitudine ontica (ultima solitudo) che rivela la cifra della sua libertà di autodeterminazione e costituisce, ad un tempo, la premessa del suo agire morale».
«Giammarco Fiore, frate minore, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filosofia presso la Pontificia Università Antonianum (Roma), specializzandosi nel pensiero degli autori della tradizione francescana del secondo Medioevo e coltivando, in modo specifico, il proprio interesse per l’insegnamento teologico e filosofico di Giovanni Duns Scoto († 1308). Per diversi anni Socio della Commissio Scotistica Internationalis, si è recentemente diplomato Archivista-Paleografo presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica ed Archivistica (Città del Vaticano). Membro della Società Italiana per lo studio del pensiero medievale (SISPM) dal 2020, è attualmente collaboratore con l’équipe dei Frati Editori di Quaracchi.
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«È il Signore!»
È in libreria il volume «È il Signore!» (Gv 21,7): invito ad un’esperienza cristologica di Vincenzo Battaglia, pubblicato dalle Edizioni Antonianum.
«Il titolo del libro riporta le ultime parole pronunciate dal discepolo che Gesù amava: le ha rivolte a Pietro, dopo la pesca miracolosa che ha segnato l’ultima manifestazione di Gesù Risorto, avvenuta sulla sponda del mare di Tiberiade (Gv 21,1-23). Queste parole sono una confessione di fede e un invito a immergersi nelle misteriose profondità di Gesù contenute e custodite nel Nuovo Testamento, con al centro i Vangeli. Il percorso argomentativo è articolato in cinque tappe, pensate secondo un andamento progressivo, indicate da titoli stringati, essenziali: Cercare; La sola cosa necessaria; In disparte, vegliando; Toccare; Con lo sguardo. Leggendo di seguito i titoli come se si trattasse di un’unica frase, si può cogliere l’intrinseca concatenazione dell’intero percorso e, al contempo, se ne può valorizzare la finalità formativa enunciata nel sottotitolo: Invito ad un’esperienza cristologica.
Vincenzo Battaglia, frate minore e presbitero, insegna da oltre 40 anni nella Facoltà di Teologia e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Pontificia Università Antonianum, dove ha ricoperto anche gli incarichi di Vice Rettore e di Decano della Facoltà di Teologia. È specialista nell’ambito degli studi di cristologia. Dal 2002 al 2017 è stato Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Il 20 dicembre 2021 è stato nominato professore emerito.
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Nommer Dieu
È in libreria il volume Nommer Dieu: l’itinerario filosofico e teologico di Paul Ricoeur e la sua pertinenza per gli studi trinitari di Saul Tambini, pubblicato nella collana Studia Antoniana delle Edizioni Antonianum: un approfondito dialogo diacronico con Paul Ricoeur volto a illustrare il percorso filosofico e teologico del grande ermeneuta francese e a mostrare come quel complesso pensiero possa costituire un’evidente opportunità di riflessione per la teologia trinitaria.
«La ricerca mette in luce l’itinerario con cui il filosofo francese ha definito i tratti di un’originale trama metafisica e di un’articolata ermeneutica applicata alle Scritture Sacre. È difficile non riconoscere in esse un’occasione per il pensiero trinitario, affinché conferisca alla sua stessa teorizzazione un adeguato sfondo di credibilità. Le pagine di questo volume prendono anche in considerazione alcune questioni teologiche affrontate direttamente dal filosofo di Valence, soprattutto quelle attinenti alla denominazione divina. Si tratta di tematiche che realizzano un’abbozzata, ma per nulla insignificante, teologia, in cui non è difficile riconoscere la pertinenza per le ricerche trinitarie. Lo studio, inoltre, evidenzia il quadro globale dell’acquisizione del pensiero ricoeuriano in ambito di teologia sistematica: da esso si evince quanto e in che modo la teologia del mistero di Dio abbia già beneficiato del contributo filosofico e teologico del pensatore francese, ma quanto oltremodo essa potrebbe ancora recepire dal suo pensiero ontologico-ermeneutico, dalle sue considerazioni metafisiche e dai suoi contributi teologici ed esegetici».
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Duns Scoto in Italia: edizioni, traduzioni, studi
È in libreria il volume Duns Scoto in Italia: edizioni, traduzioni, studi, pubblicato a cura di Onorato Grassi ed Ernesto Dezza nella collana Bibliotheca delle Edizioni Antonianum: un nuovo, importante contributo, offerto sia agli studiosi sia a un pubblico più ampio, per la conoscenza del pensiero di Scoto e dello stato della ricerca scotista.
«Il volume si articola in tre parti. Nella prima è presentato un bilancio delle edizioni delle opere di Scoto, vengono ripercorsi i criteri delle diverse edizioni critiche, sono esposti i programmi e le prossime uscite. Nella seconda si affronta il delicato tema delle traduzioni in lingua moderna, in particolare in italiano, dei testi scotiani. Nella terza, la più ampia, introdotta da un bilancio storiografico della ricerca su Scoto in Italia, sono presentati contributi su specifici temi della teologia e della filosofia di Scoto, con particolare riferimento alla dottrina della conoscenza, alla metafisica e all’antropologia».
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Brevis Apparatus et modus agendi ac disputandi cum Mahometani
È per la prima volta in libreria, su iniziativa delle Edizioni Antonianum, l’opera di Carlo Orazio da Castorano (1673-1755) Brevis Apparatus et modus agendi ac disputandi cum Mahometani, pubblicata nella collana Medioevo a cura di José Martínez Gázquez e Nadia Petrus Pons, con l’Introduzione di Michela Catto.
«Quando il francescano italiano» Carlo Orazio da Castorano «cominciò a gettare le premesse dell’opera si trovava nel Linqing, nello Shandong, un’area caratterizzata sin dal periodo Song (960-1279) e dall’epoca Ming (1368-1644) dalla presenza dei musulmani le cui comunità non erano di musulmani in Cina, ma di musulmani cinesi.
L’opera si divide in due parti che rimandano, anche nella struttura a domanda e risposta che caratterizza alcune delle sue pagine, alla tradizione catechetica e controversistica e al desiderio di mostrare una simulazione del dialogo con l’altro, fornendo un esempio di disputa con un musulmano.
Con il Brevis Apparatus Castorano ci mostra tutto il suo interesse alla conversione dei musulmani, utilizzando certamente notizie di seconda mano e rivelando i limiti della sua conoscenza, ma indicando un altro possibile cammino all’evangelizzazione della Cina: la conversione dei fedeli di una religione che, come il cattolicesimo, era minoritaria e straniera».
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Le nuove forme di vita consacrata
È in libreria il volume Le nuove forme di vita consacrata: una vocazione della Chiesa e nella Chiesa. Convegno del 3-5 novembre 2016, pubblicato da Edizioni Antonianum nella collana Bibliotheca a cura di Roberto Fusco, Giancarlo Rocca e Stefano Vita.
Nel volume trovano spazio gli atti del terzo convegno di studi sulle nuove forme di vita consacrata, svoltosi a Roma dal 3 al 5 novembre 2016 presso l’auditorium della Pontificia Università Antonianum.
«Il convegno da un lato intendeva ribadire alcune caratteristiche delle nuove forme di vita consacrata o nuove comunità che, pur sostenendosi sugli stessi valori di fondo della vita consacrata, sentono di essere qualche cosa di nuovo nella Chiesa. E dall’altro lato c’è la Chiesa ufficiale, timorosa di fronte alle nuove forme di vita consacrata, così come lo era stata di fronte alle nuove congregazioni dell’Ottocento, che lentamente essa ha cercato di configurare in un quadro accettabile, non volendo correre rischi, correggendo e approvando le loro costituzioni. Le nuove forme di vita consacrata o nuove comunità, come diceva il programma del convegno e si ripete in questo volume, sono e vogliono essere una vocazione della Chiesa e nella Chiesa, il che richiama un dialogo costruttivo, impegnato e a lungo termine, al quale questo volume vuol contribuire».
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Religioni e ospitalità
È in libreria il volume Religioni e ospitalità, pubblicato da Edizioni Antonianum nella collana Bibliotheca.
«Attraversando le diverse tradizioni e sensibilità religiose, la ricerca a più mani offerta dal volume vuole provare a rispondere alla domanda: come il pensiero e la pratica ospitale possono promuovere il dialogo tra le religioni?
Dopo una descrizione del pluralismo religioso interrogato anche dal punto di vista della teologia, sarà la sapienza orientale a ricordare che l’accoglienza e la tolleranza sono virtù tipiche del mondo hindu quando l’ospite continua ad essere considerato come una divinità. Così anche la teologia musulmana quando, come recita un hadith, ricorda che: “una casa dove non entrano degli ospiti non sarà frequentata dagli angeli”. E le chiese cristiane sanno che il metro di misura del loro agire e della loro testimonianza sarà, come ricorda il vangelo, l’ospitalità ecumenica ed interreligiosa: “ero forestiero e mi avete ospitato…”. La vocazione universale delle religioni, insomma, si fonda su un’identità ospitale, messa in discussione, però, quando esse si prestano a diventare dispositivi simbolici ufficiali di politiche d’identità, come la storia del Mediterraneo insegna. E se il diritto è chiamato a promuovere la pratica dell’ospitalità, anche la teologia della creazione può riscoprire un’ospitalità fondatrice.
In continuità con una ricerca avviata da tempo ed ereditando, insieme al patrimonio interreligioso, anche il pensiero e la pratica francescana, il lavoro che qui si presenta intende indagare l’ospitalità come cifra paradigmatica. Si tratta di rileggere ogni tradizione all’interno di tale paradigma e insieme provare ad eleggere il “principio ospitalità” come cifra del dialogo interreligioso a venire. In continuità con le tradizioni religiose, ma anche e tanto più come esigenza dei tempi che viviamo. Gli autori dei diversi saggi sono convinti che un’autocomprensione cristiana in chiave di ospitalità (che promuove l’identità credente e insieme rispetta l’irriducibilità dell’altro) possa liberare e far maturare il dialogo interreligioso».
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San Francesco in figura
È in libreria il volume San Francesco in figura: la “Legenda Maior” di Bonaventura nel manoscritto “Antonianum 1”, pubblicato, a cura di Attilio Bartoli Langeli e Chiara Frugoni, da Edizioni Antonianum nella collana Medioevo, numero 32.
Una particolarità del manoscritto Antonianum 1, conservato nella biblioteca della Pontificia Università Antonianum e contenente la Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio, risiede nell’illustrazione della vita di Francesco d’Assisi mediante miniature; ed è appunto a questo aspetto del manoscritto che Attilio Bartoli Langeli e Chiara Frugoni dedicano la propria analisi, con una particolare attenzione non solo alle immagini ma anche alle scritte da cui esse sono accompagnate.
Lo studio consegnato alle pagine del volume permette così di cogliere nei fogli del manoscritto uno dei cicli di raffigurazione della vita di Francesco d’Assisi più affascinanti, anche per la mirabile semplicità che gli è propria.
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Francesco d’Assisi nel Settecento riformatore
È in libreria il volume Francesco d’Assisi nel Settecento riformatore: l’indagine storico-critica dei gesuiti Bollandisti negli Acta Sanctorum (1768), di Pietro Mocciaro, pubblicato da Edizioni Antonianum nella collana Medioevo.
«Siamo davvero certi che l’immagine odierna di Francesco d’Assisi – un personaggio tutto umano, contrassegnato dalla povertà, dall’umiltà e dalla pace, trasmessa al mondo in maniera così significativa e potente dall’attuale pontificato – sia la stessa dei secoli passati? È sufficiente in realtà osservare le splendide tele di Ludovico Carracci, Guido Reni o del Caravaggio tra XVI e XVII secolo per rendersi conto del contrario. Il san Francesco d’età moderna è infatti un santo “barocco”, misticheggiante e ascetico, in atteggiamento estatico o di penitente in meditazione con il teschio in mano, ben lontano dall’immaginario attuale collettivo. In che modo quindi si è potuti giungere alla rappresentazione attuale dell’Assisiate? Parte della risposta è certamente da ricondurre alla feconda stagione di studi storici sviluppatasi per tutto il XX secolo, le cui radici però affondano più lontano, avendo un passaggio cruciale nel Settecento, vale a dire nell’indagine storico-critica del gesuiti bollandisti. È infatti del 1768 la pubblicazione, all’interno della collana di Acta Sanctorum curata proprio dagli eruditi di Anversa, di un monumentale dossier di ricerca su Francesco d’Assisi, ritenuto il primo tentativo di applicazione del metodo storico alle fonti francescane. Un Francesco dei filologi e degli eruditi, portato fuori dal perimetro culturale e cultuale del proprio ordine, il cui profilo più dimesso e umano spianerà la strada a un santo dal volto nuovo e universale, da un lato ritenuto più vicino all’epoca in cui visse realmente, dall’altro più vicino alla sensibilità contemporanea. Il presente studio si propone quindi di ricostruire questo particolarissimo incontro tra il simplex Francesco e la raffinata cultura gesuitica, il quale costituisce a ben vedere una tappa di un percorso che arriva fino ai nostri giorni. Non è infatti forse del tutto casuale che il primo gesuita eletto papa sia stato anche il primo pontefice ad assumere il nome di Francesco, in onore certo del santo d’Assisi, ma anche quale modello di riforma per la Chiesa contemporanea».
Nato a Roma nel 1983, Pietro Mocciaro è docente di lettere nella scuola secondaria; dottore di ricerca in Storia del Cristianesimo e delle Chiese, per il lavoro di indagine pubblicato da Edizioni Antonianum è stato insignito nel 2014 del Premio Sabatier dalla Società Internazionale di Studi Francescani.
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La trasfigurazione e il Monte Tabor: letteratura, storia, archeologia
È in libreria il volume La trasfigurazione e il Monte Tabor: letteratura, storia, archeologia, pubblicato, a cura di Paolo Carafa, Marco Guida, Alfonso Marini e Caterina Papi, da Edizioni Antonianum ed ETS, Edizioni Terra Santa e disponibile anche in formato e-book.
«Venerato già in epoca cananea, il monte Tabor vanta una lunga e articolata storia, nella quale si sono andati intrecciando culti religiosi e imprese militari. La sua posizione isolata nella fertile pianura di Esdrelon in Galilea e la sua particolare conformazione ne hanno fatto un luogo carico di valenze simboliche. Non stupisce, quindi, il fatto che, sebbene non esplicitato dal racconto evangelico, la tradizione cristiana, sin dalle origini, abbia posto sulla cima del Tabor l’episodio della Trasfigurazione di Gesù.
Questo volume, frutto della preziosa collaborazione tra la Pontificia Università Antonianum e la Sapienza Università di Roma, si presenta come un significativo contributo per la ricostruzione del percorso storico e culturale che ha avuto al centro il Tabor e gli avvenimenti ad esso connessi, soprattutto in riferimento alla narrazione biblica dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il progetto di ricerca di cui questo volume raccoglie i risultati, ha coinvolto attivamente le discipline storiche, archeologiche, bibliche e filologiche e si è aperto al contributo di quelle linguistiche, teologiche, patristiche ed esegetiche».
Il volume raccoglie i contributi di: Salvatore Barbagallo; Vincenzo Battaglia; Luca Bianchi; Giuseppe Buffon; Paolo Carafa; Alessandro Cavicchia; Marco Galli; Marco Guida; Fortunato Iozzelli; Mattia Ippoliti; Juri Leoni; Umberto Longo; Alfonso Marini; Mary Melone; Pietro Messa; Matteo Munari; Marco Nobile; Caterina Papi; Laura Provera; Gianantonio Urbani.
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Francesco d’Assisi e Al-Malik Al-Kamil: l’icona del dialogo tra storia e attualità
È in libreria il volume Francesco d’Assisi e Al-Malik Al-Kamil: l’icona del dialogo tra storia e attualità, pubblicato, a cura di Giuseppe Buffon e Sara Muzzi, da Edizioni Antonianum ed Edizioni Terra Santa: nel volume sono raccolte le relazioni presentate nel corso delle iniziative promosse a commemorazione dello storico incontro di Damietta.
«Nell’ottavo centenario dell’incontro tra Francesco e il Sultano, la Pontificia Università Antonianum ha commemorato l’evento con una serie di convegni, al fine di approfondirne la natura, la storia e il significato. Le relazioni tenute in tali occasioni sono raccolte nel presente volume. I contributi non si limitano a evidenziare la pluralità di prospettive e di giudizi rispetto a tale accaduto, ma ancor più, nell’attento studio di questi otto secoli di storia, indagano, con cura storico-critica, gli elementi costitutivi che lo originarono e con acume ermeneutico ne colgono le potenzialità perché, “aggiornato”, possa essere accostato quasi come un modello in grado di orientare e qualificare gli atteggiamenti che favoriscano il dialogo e il bene comune della nostra società. Da quanto è emerso negli incontri commemorativi, ora pubblicati in questa opera, si possono segnalare tre punti che, a mio modo di vedere, attualizzano la dinamica dell’incontro tra Francesco e il Sultano: lo spazio che le Fonti Francescane dedicano all’evento, il significato che esso ha per il nostro tempo e il contributo ispirazionale che svolge nel magistero di papa Francesco».
dalla Prefazione di Agustín Hernández Vidales, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum